Ischia - Napoli - Guida Turistica

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.: INFORMAZIONI

Foto Paesaggio L'isola d'Ischia è un'isola del Mar Tirreno, posta all'estremità settentrionale del golfo di Napoli e a poca distanza dalle isole di Procida e Vivara. Appartiene al gruppo delle isole flegree. Ha una popolazione di 58.000 abitanti. Il poeta Virgilio chiamava l'isola "Inarime" o "Arime". Il termine è da ricercare apparentemente nell'Iliade (v. 783), dove si narra la storia del ciclope Tifeo che fu incatenato "ein Arimois". Maziano Capella seguì Virgilio nell'uso di questo nome che, in realtà, non entrò mai nell'uso comune: i romani chiamavano l'isola "Aenaria", i greci "Pithekoussai".

Quest'ultimo termine, secondo alcuni linguisti, significherebbe isola delle scimmie (da pithekos, scimmia), in riferimento alla leggenda della presenza a Ischia dei Cercopi e della loro trasformazione in scimmie. Plinio il Vecchio (Nat. Hist. 111, 6.82) ritiene invece che il nome non sia in relazione con le scimmie (non a simiarum multitudine), ma derivi invece dai dolii (a figlinis doliorum), in greco pithoi - termine che può collegarsi alle fabbriche di anfore o genericamente ai vasi di terracotta. Tale teoria etimologica risulta, da un punto di vista archeologico, più convincente, in considerazione della fiorente attività ceramica attestata nell'isola fin nelle prime fasi della sua esistenza. Il nome attuale appare per la prima volta nella lettera inviata da Papa Leone III a Carlo Magno nell'813 (iscla, da insula che significa appunto isola, anche se alcuni ricollegano il termine alla parola di origine semitica I-schra, "isola nera").


.: STORIA

Nel 6 d.C. l'imperatore Augusto restituì l'isola a Napoli in cambio di Capri. Ischia soffrì le invasioni barbariche e fu prima conquistata dagli Eruli e successivamente dagli Ostrogoti per essere infine annessa all'Impero romano d'Oriente. I bizantini consegnarono l'isola a Napoli nel 588 e nel 661 veniva amministrata da un conte fiduciario del duca di Napoli. L'area fu devastata dai Saraceni nell'813 e nell'847; nel 1004 fu occupata da Enrico II di Germania; il re normanno Ruggero II di Sicilia la conquistò nel 1130; l'isola fu saccheggiata dai Pisani nel 1135 e nel 1137 e successivamente passò nelle mani degli Svevi e degli Angioini.

Dopo i Vespri siciliani nel 1282, l'isola partecipò alla rivolta riconoscendo come sovrano Pietro III d'Aragona, ma fu riconquistata dagli angioini l'anno seguente. Nel 1284 fu riconquistata dalle truppe aragonesi e Carlo II d'Angi ò non fu in grado di riottenerne il controllo fino al 1299. Come conseguenza dell'ultima eruzione verificatasi, la popolazione di rifugiò a Baia dove rimase per 4 anni. Nel 1320 Roberto d'Angiò e la moglie Sancia visitarono l'isola e furono ospitati da Cesare Sterlich, che dalla Santa Sede era stato mandato da Carlo II a governare l'isola nel 1306 e che aveva, al tempo, quasi 100 anni. Ischia soffrì molto del conflitto tra la casata degli Angiò e quella dei Durazzo. Fu assoggettata da Carlo Durazzo nel 1382, riconquistata da Luigi II d'Angiò nel 1385 e occupata nuovamente da Ladislao di Durazzo nel 1386; fu saccheggiata dalla flotta dell'Antipapa Giovanni XXIII sotto il comando di Gaspare Cossa nel 1410 solo per essere ripresa l'anno seguente da Ladislao.

Nel 1422 Giovanna II d'Angiò diede l'isola al figlio adottivo Alfonso V d'Aragona ma, quando questi cadde in disgrazia, la riprese con l'aiuto di Genova nel 1424. Nel 1438 Alfono rioccupò il castello, cacciò tutti i cortigiani e lo proclamò colonia del Regno di Castiglia, facendo sposare ai propri soldati le mogli e le figlie di quelli espulsi. Diede l'avvio ai lavori di costruzione di un ponte che collegasse il castello al resto dell'isola e scavò una grande galleria. Entrambi questi lavori sono visibili ancora oggi. Nel 1442 diede l'isola a una delle sue favorite, Lucrezia d'Alagno che, una volta al potere, delegò il governo al genero, Giovanni Torella. Alla morte di Alfonso, nel 1458, restituirono l'isola alla casata angioina. Ferdinando I di Napoli diede ordine ad Alessandro Sforza di cacciare Torella dal castello e affidò l'isola, nel 1462, a Garceraldo Requesens. Nel 1464, dopo una breve insurrezione a favore di Torella, fu nominato governatore Marino Caracciolo. Nel febbraio 1495, con l'arrivo di Carlo VIII, Ferdinando II approdò sull'isola e prese possesso del castello e, dopo aver ucciso il castellano traditore Giusto di Candida con le sue stesse mani, lasciò il controllo dell'isola a Innico d'Avalos, marchese di Pescara e Vasto, che difese abilmente l'isola dalla flottiglia francese. Fernando e la sorella Costanza, giunta assieme a lui, diedero origine alla dinastia D'Avalos che avrebbe retto la signoria dell'isola nel corso del XVI e XVII secolo.